L’ITALIA E IL BOOM DELLE ESPORTAZIONI DI ARMI!
Negli ultimi anni, l’Italia ha registrato un significativo aumento delle esportazioni di armi, con un incremento dell’86% tra il 2019 e il 2023. Questo fenomeno ha portato il Paese a ricoprire un ruolo sempre più rilevante nel mercato globale delle armi, specialmente in un contesto internazionale segnato da conflitti persistenti.
Crescita Esponenziale dell’Industria Bellica
L’industria bellica italiana ha visto i suoi profitti raddoppiare negli ultimi anni. Tra il 2021 e il 2023, i profitti netti delle dieci maggiori aziende esportatrici sono aumentati del 45%, raggiungendo complessivamente i 326 milioni di euro. Leonardo, il principale produttore italiano di armamenti, rappresenta un caso emblematico: l’azienda ha registrato un aumento degli ordinativi del 22%, con un fatturato record di 43,35 miliardi di euro.
La Quota di Mercato Globale
L’Italia si posiziona al sesto posto a livello globale nel settore della difesa, rappresentando circa il 3,8% delle esportazioni mondiali di armi. Nel 2023, il fatturato dell’industria bellica italiana ha superato i 20 miliardi di euro, segnando il nono anno consecutivo di crescita. Questi numeri riflettono la capacità dell’Italia di competere efficacemente in un mercato altamente specializzato e regolamentato.
L’Italia è il paese che sta guadagnando di più dalle guerre in corso. Ha aumentato più di ogni altro paese le sue esportazioni di armi: l’86% tra il 2019 e il 2023. Questo boom ha fatto fare un balzo alla sua quota nell’export mondiale di pistole, proiettili e quant’altro. Tra il 2014 e il 2018 valeva il 2,2 per cento, oggi esporta il 4,3. L’Italia è così diventata il sesto paese esportatore mondiale, dopo Stati Uniti, Francia, Russia, Cina e Germania. I suoi clienti principali sono Qatar, Egitto e Kuwait. Si tratta di un record superiore a quello francese. L’industria della distruzione di questo paese si è piazzata al secondo posto con +47 per cento, un aumento prodotto soprattutto dalla vendita dei suoi aerei da combattimento. NELL’ ECONOMIA DI GUERRA tracciata dal rapporto sui flussi commerciali militari si è rafforzata anche la concorrenza interna all’Unione Europea. Se da un lato, la Francia e soprattutto l’Italia hanno registrato un aumento del loro export, altri paesi hanno invece perso contratti. La Germania ha perso il 14 per cento del suo export in armi, la Gran Bretagna il 14, la Spagna il 3,3. Israele, considerato afferente all’economia europea, avrebbe perso il 25 per cento nel periodo considerato.
Il contesto internazionale
Il SIPRI ha segnalato che i principali importatori delle armi europee sono in Asia, Oceania e Medio Oriente, dove si trovano nove paesi dei dieci maggiori importatori. Il 55 per cento delle armi importate dagli alleati europei arrivano dagli Stati Uniti, era il 35 per cento nel periodo 2018-2018. Gli Stati Uniti in questo periodo hanno aumentato del 17 per cento le armi esportate nel mondo.
La guerra in Ucraina
La guerra russa in Ucraina, e il rilancio della Nato, hanno modificato gli equilibri in questo mercato di morte. Mentre gli Stati Uniti e i loro alleati militari aumentavano le loro esportazioni, nello stesso periodo quelle della Russia si sono dimezzate (meno 53 per cento). Mosca ha perso volumi e clienti: nel 2019 ha venduto a 31 Paesi, nel 2023 a 12. Il 68 del suo export è diretto in Asia e Oceania, il 34 per cento in India, il 21 per cento in Cina.
L’Ucraina e l’importazione di armi
L’Ucraina è il quarto importatore di armi nel mondo. Almeno 30 paesi riforniscono Kiev dopo l’inizio dell’invasione russa. Fra il 2019 e il 2023, i rifornimenti a Kiev hanno assorbito il 23 per cento delle importazioni in Europa.
Le aziende italiane nel settore
Le principali aziende italiane che stanno beneficiando del boom delle esportazioni di armi includono:
Leonardo
Descrizione: Leonardo è il colosso dell’industria della difesa in Italia, ex Finmeccanica, e rappresenta uno dei principali produttori di armamenti a livello globale.
Fatturato: Nel 2023, ha raggiunto un fatturato record di 43,35 miliardi di euro, con un aumento degli ordinativi del 22% dal 2021.
Impatto: La divisione militare di Leonardo rappresenta l’83% del suo fatturato totale, evidenziando la sua centralità nel mercato della difesa.
Fincantieri
Descrizione: Fincantieri è nota per la costruzione di navi, incluse quelle da guerra. Ha visto un aumento della sua produzione militare dal 20% al 36% del fatturato totale negli ultimi due anni.
Fatturato: Nel 2022, ha generato circa 2,5 miliardi di euro in ricavi.
Occupazione: L’azienda conta circa 20.000 dipendenti nel mondo, con una significativa parte in Italia.
Altre Aziende Rilevanti
Avio Aero: Specializzata in motori aeronautici e propulsione spaziale.
Thales Alenia Space Italia: Attiva nel settore spaziale e della difesa.
MBDA Italia: Focalizzata su sistemi missilistici.
Iveco Defence Vehicles: Produce veicoli militari.
Fabbrica d’Armi Pietro Beretta: Rinomata per la produzione di armi leggere.
Quadro Generale
Queste aziende, insieme a Leonardo e Fincantieri, rappresentano circa il 90% del fatturato complessivo dell’industria bellica italiana. Il settore ha visto un incremento significativo dei profitti e delle esportazioni grazie alla crescente domanda globale di armamenti, alimentata dai conflitti attuali e dalla corsa al riarmo dei paesi occidentali.