Nel 2020, l’export italiano delle armi è stato di 4,647 miliardi di euro, con un calo del -10,18% rispetto all’anno precedente.
Le nostre armi vengono esportate in ben 87 paesi del mondo, le destinazioni principali dei nostri armamenti appartengo a Paesi extra UE/NATO nella percentuale del 56,1% mentre il restante 43,9% è destinato ai paesi Europei o comunque rientranti nella NATO.
Il principale mercato di riferimento, che ha subito un notevole incremento a partire dal 2018, è l’Egitto dove si è raggiunto un volume di affari pari a 991 milioni di euro di commesse legate all’export delle armi prodotte nel belpaese.
Vanno considerate anche le vendite delle due Fregate FREMM, che rappresentano circa il 25% del valore totale che appartengo ad una maxi commessa stimata intorno ai 10 miliardi di euro).
Seguono gli USA con 456 (milioni di euro), lo UK con 352, il Qatar con 212, la Germania con 197, la Romania con 169, la Francia con 154, il Turkmenistan con 149, l’Arabia Saudita con 144, la Corea del sud con 134, gli Emirati Arabi Uniti con 117, la Spagna con 108, l’Olanda con 96, l’Indonesia con 79, l’Australia con 43, la Gracia con 41, il Giappone con 39, il Brasile con 38, la Cina con 35, la Turchia e la Svizzera con 34, il Bangladesh con 27, il Senegal con 26, Israele con 21 e la Norvegia con 20.
Le merci maggiormente esportate sono quelle che rientrano nella categoria dei materiali (pari al 94,20% del totale), seguita dai ricambi (3,31%), dai servizi (1,37%) e dalle tecnologie (1,12%).
In Italia sono 354 le società che generano questo business ma sono solo 15 quelle che detengono i maggiori volumi e che rappresentano il 94% dell’intero export nazionale.
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