L’EXPORT ITALIANO DI MODA E ABBIGLIAMENTO: DATI, MERCATI E PROSPETTIVE!
L’alta moda italiana torna a brillare sotto la bandiera del Made in Italy: il Gruppo Prada ha recentemente concluso l’acquisizione di Gianni Versace Srl, riportando uno dei marchi più iconici del lusso mondiale sotto il controllo italiano.
Dopo anni di proprietà americana sotto Capri Holdings, Versace si prepara a vivere una nuova era di innovazione e crescita, grazie a un accordo da circa 1,4 miliardi di euro.
Questo storico passaggio non solo rafforza la posizione del Gruppo Prada nel panorama globale, ma segna anche un momento cruciale per l’industria della moda italiana, pronta a competere con i giganti francesi come LVMH e Kering.
Il settore della moda e degli articoli di abbigliamento è uno dei pilastri storici del Made in Italy e continua a svolgere un ruolo centrale nell’economia italiana.
Nel 2024, l’export del comparto ha raggiunto un valore di 27,7 miliardi di euro, mantenendo una quota del 4,4% sul totale delle esportazioni italiane. Pur segnando un lieve calo dello 0,5% rispetto al 2023, il settore mostra una solida tenuta, confermando l’attrattività internazionale della moda italiana.
Paesi Importatori e Mercati Chiave
L’Europa si conferma il primo mercato di sbocco per la moda italiana, assorbendo il 61,5% dell’export complessivo. I principali partner commerciali nel 2024 sono stati:
- Francia: 3,7 miliardi di euro
- Germania: 2,6 miliardi di euro
- Stati Uniti: 2,4 miliardi di euro
- Spagna: 1,5 miliardi di euro
- Cina: 2,1 miliardi di euro
Le esportazioni verso l’Asia Orientale e il Medio Oriente sono in crescita, con la Cina che rappresenta il secondo mercato extraeuropeo dopo gli USA.
Prodotti Più Esportati
Tra le principali categorie merceologiche esportate dall’Italia nel settore moda troviamo:
- Abbigliamento esterno confezionato e su misura: 12,7 miliardi di euro (45,6%)
- Maglieria (pullover, cardigan, etc.): 4 miliardi di euro (14,4%)
- Camicie, T-shirt e biancheria intima: 4,7 miliardi di euro (17,1%)
- Accessori e articoli vari di abbigliamento: 2,8 miliardi di euro (10,0%)
- Abbigliamento sportivo: 2 miliardi di euro (7,3%)
- Abbigliamento in pelle e pelliccia: 473 milioni di euro
La varietà dell’offerta riflette l’elevata competenza del tessuto produttivo italiano, che riesce a coniugare artigianalità e industrializzazione.

Regioni Italiane Leader nell’Export Moda
Il Nord e il Centro Italia trainano le esportazioni del settore:
- Lombardia: 7,8 miliardi di euro (28,4%)
- Emilia-Romagna: 5,5 miliardi di euro (19,8%)
- Veneto: 4,4 miliardi di euro (15,8%)
- Toscana: 4,2 miliardi di euro (15,3%)
- Piemonte: 1,8 miliardi di euro (6,8%)
Queste regioni ospitano distretti produttivi d’eccellenza, da Prato a Carpi, da Biella a Treviso, fino a Milano, cuore pulsante della moda internazionale.
Trend di Mercato e Opportunità
Il settore moda è in trasformazione, con nuove tendenze e nicchie di mercato che offrono spunti di crescita:
- Sostenibilità: Cresce la richiesta di materiali riciclati, fibre naturali, produzioni etiche e tracciabili.
- Moda circolare: Aumentano le iniziative di riuso, upcycling e resale.
- Digitalizzazione: Il commercio online e le tecnologie immersive (come il virtual try-on) stanno cambiando il modo di vendere moda.
- Luxury e personalizzazione: L’alto di gamma continua a essere il fiore all’occhiello, specialmente in mercati come USA, Cina e Emirati Arabi.
- Abbigliamento tecnico e sportivo: Settore in espansione, trainato da lifestyle e benessere.
Sfide per il Futuro
Tra le principali criticità che il comparto dovrà affrontare:
- Concorrenza globale, soprattutto da parte di paesi asiatici a basso costo
- Instabilità geopolitiche e fluttuazioni valutarie
- Transizione digitale, che richiede investimenti in tecnologia e competenze
- Carenza di manodopera specializzata, in particolare nel settore artigianale
Conclusione
Il settore della moda italiana mantiene una posizione di prestigio a livello globale. Le sue esportazioni, seppur soggette a oscillazioni cicliche, sono sostenute dalla qualità, dall’innovazione e da un’identità fortemente riconoscibile.
Puntare su sostenibilità, digitalizzazione e internazionalizzazione sarà fondamentale per garantire al Made in Italy una crescita continua anche nei prossimi anni.